Ostia, il mare di Roma, la costa dove l’Impero è salpato alla conquista del Mediterraneo, ma anche la spiaggia per il divertimento balneare dei tempi moderni. Un mare per tutte le epoche e per tutte le stagioni.
Le immagini che più ricordano Ostia sono quelle dei film in bianco e nero, del viaggio affannoso sul trenino o su auto stracariche di familiari per raggiungere gli arenili dove fare il bagno, prendere il sole, cercare di sfuggire alla calura della città, intessere i primi filarini amorosi o intrecciare le trame del tradimento. Costumi e abitudini che appartengono al passato.
Oggi la balneazione è un’impresa votata al comfort, alla salute, al benessere, all’attrattiva turistica.
In impianti eleganti e ben attrezzati le spiagge sono pettinate ogni giorno, i clienti sono coccolati, le cabine sono accoglienti, i punti ristoro sono invitanti, il personale è competente e disponibile.
Gli arenili offrono sempre più servizi con aree dedicate allo sport, piscine, bar esotici, spazi per il ballo e l’intrattenimento musicale. L’effetto è sempre più quello del villaggio vacanze, anche per soggiorni di una sola giornata.
E, con il tramonto, la spiaggia non si addormenta, ma cambia volto. Diventa il luogo per complici e divertenti aperitivi, si trasforma in pista da ballo, si predispone all’ascolto della musica e del chiacchiericcio tra amici.
Chi pensa che d’inverno, finita la stagione della balneazione, la spiaggia finisca di sorprendere, si sbaglia.
A Ostia il clima mite e le innumerevoli giornate assolate invitano a passeggiare in riva al mare, lungo la battigia; a scrutare i mille paesaggi che questa costa sa offrire al visitatore più curioso, dalle barche ormeggiate nel porto alle dune di macchia mediterranea, alle distese di rena, alle scogliere che affiorano a poca distanza dalla riva.
E anche con il brutto tempo, con il vento e la burrasca, con la pioggia e con il freddo, la magia del mare di Ostia osservato da dietro la vetrata di uno dei ristoranti o dei bar affacciati sulla spiaggia scioglie quel calore interiore legato al piacere ancestrale del riparo, del rifugio, del nido che ci appartiene a qualsiasi età.