Dal piazzale antistante Villa Sacchetti, immediatamente prima del cancello, si volta a destra quasi costeggiando la recinzione; subito si riconoscono i basoli della via Severiana, che si inoltra nella pineta. La via antica, dopo circa 2 Km (ma occorre attraversare la via Cristoforo Colombo), raggiunge i resti della Villa della Palombara (detta erroneamente Villa di Plinio), situata quasi al confine con la Tenuta di Castel Porziano. È possibile anche arrivarci da via della Villa di Plinio, che parte dal ponte sul Canale dello Stagno.
Il nome “Palombara” deriva dal grande leccio (detto “bello”) ancora visibile nel piazzale, che un tempo era utilizzato per la caccia alle palombe, i piccioni selvatici.
L’ingresso, che probabilmente in origine si apriva verso il mare (oggi distante 600 metri dalla linea di battigia ma allora molto più vicino), non è oggi visibile. Si entra da NE da un viottolo, che conduce a un largo piazzale, purtroppo asfaltato in età moderna. Immediatamente visibile è un grande arco in mattoni, dal quale si accede a un quadriportico di circa 40 metri di lato; al centro del settore NE si notano due ambienti, uno rettangolare con pavimento a mosaico bianco e nero – forse un triclinio – e uno absidato. Altri resti imponenti di murature in reticolato potrebbero essere riferibili a una torre. Le colonne del portico sono in mattoni e presentano tracce di stucchi che simulano delle scanalature. A NO del quadriportico si trova un impianto termale, con vasca circolare per bagno caldo, dal quale proviene un mosaico con Nettuno e mostri marini (attualmente ai Musei Capitolini). Vicina c’è un’altra costruzione a pianta circolare, forse una vasca di allevamento per i pesci. Quasi tutte le strutture sono realizzate in opera reticolata databile alla prima metà del I sec. d.C., ma ci sono anche fasi di fine I – inizio II sec. d.C. e della metà del II sec. d.C.
Tornati sul piazzale, un sentiero situato dalla parte opposta del quadriportico porta a una piccola basilica cristiana (la Chiesola), costruita in mattoni, a navata unica e con abside in opera listata, oltre la quale si ritrova la via Severiana.
Fin dai primi scavi, fatti eseguire nel 1713 dal Marchese Sacchetti, si è ritenuto che i resti di questo grande edificio fossero quelli della villa di Plinio il Giovane (61-114 d.c.), il Laurentinum, descritta dall’autore in una lettera inviata all’amico Gallo (Epistulae, II, 17). Tale attribuzione, nonostante la datazione delle strutture sia compatibile, non è stata confermata dalle analisi sull’orientamento e sulle altre caratteristiche dell’edificio eseguite nel primo scavo scientifico del 1933 e, successivamente, in quello svolto alla fine degli anni ‘80 del XX secolo. Le strade e le distanze indicate da Plinio indurrebbero piuttosto a ricercare la struttura nell’area della Villa Magna, interna alla Tenuta Presidenziale di Castel Porziano. Antonio Maria Colini propose di individuare nella villa della Palombara la residenza dell’oratore Ortensio (114-150 d.C.).