Frequentatissimo nelle calde sere d’estate ma anche nelle belle giornate d’inverno, quando le favorevoli condizioni metereologiche consentono di godere al meglio degli splendidi tramonti e degli effetti benefici dell’aria salsoiodica, il pontile è sicuramente uno dei luoghi-simbolo della cittadina costiera. Da esso è possibile osservare liberamente il mare ma anche, girando lo sguardo verso l’interno, ammirare il peculiare sky-line di Ostia e alcune delle sue architetture più significative.
Situato in posizione strategica, perché costituisce il naturale prolungamento sul Tirreno della Via del Mare, la strada che, ripercorrendo per buoni tratti l’antico tracciato della via Ostiense di epoca romana, collega la capitale con il suo litorale, il pontile è stato inaugurato il 28 ottobre del 1940 alla presenza di Benito Mussolini.
Fino a quel momento l’unico manufatto di questo tipo esistente a Ostia era in effetti un semplice molo in legno costruito nel 1924 in asse con il Grande Piazzale Popolare, oggi Piazza Anco Marzio, e più precisamente sul tratto di arenile compreso tra gli stabilimenti balneari Roma e Battistini.
La realizzazione di quello che in origine era stato denominato Pontile del Littorio si deve alla volontà di fornire una sistemazione monumentale all’intera area, che alla fine degli anni Venti, con la costruzione della via del Mare e il conseguente allargamento del suo tratto urbano (l’attuale Viale della Marina), viene ad assumere un importanza fondamentale nell’ambito del nuovo ruolo di quartiere marino di Roma assegnato a Ostia dal regime fascista.
Lo slargo a forma di esedra e con una terminazione rettilinea verso il mare, che fino a quel momento aveva rappresentato lo sfondo della principale arteria cittadina, viene riprogettato e trasformato in una piattaforma semicircolare del diametro di 90 metri, dotata di aiuole e di panchine e pavimentata con lastre di travertino e di Bagnoregio; da questa terrazza si accede al pontile, una struttura in cemento armato lunga 125 metri, fiancheggiata da scalette per l’imbarco e conclusa da una piattaforma semicircolare sulla quale è disegnata una rosa dei venti realizzata con marmi di diversa qualità e cromia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il pontile è fatto esplodere dalle truppe tedesche, preoccupate per un possibile sbarco delle truppe alleate sul litorale romano, e si spezza in più tronconi. Dopo lo sminamento, viene ricostruito a partire dal 1953 e riceve la nuova denominazione di Pontile della Vittoria.
Ancora oggi il pontile e lo slargo che lo introduce assolvono alla loro funzione di luogo di incontro per la popolazione e sono spesso sede di manifestazioni turistiche e culturali.
Nel 1984, in occasione del centenario del compimento della bonifica del territorio, nel giardino posto al centro dell’esedra è stato posto un monumento in ricordo dei braccianti ravennati che – in condizioni di estremo disagio e con un’abnegazione presa a esempio nei testi di storia sociale italiana – ne furono gli eroici e straordinari autori.