Nel 1933 la Società Immobiliare Tirrena incarica Adalberto Libera di realizzare sei palazzine gemelle in due lotti simmetrici rispetto al Viale dell’Ippodromo, l’attuale Viale della Vittoria. Il programma viene successivamente ridotto, e gli edifici si riducono a due.
Sviluppate su cinque piani per un totale di dieci appartamenti, le palazzine mostrano espliciti richiami alle architetture navali.
La pianta rettangolare lunga e stretta impone uno studio accurato della distribuzione interna degli alloggi, che sono razionalmente concepiti per lasciare i servizi a nord e le stanze di soggiorno a sud-ovest.
Il fronte principale, ad eccezione della rientranza al piano attico, che individua una loggia aperta su tre lati, è scandito da bucature tutte uguali e perfettamente integrate all’interno del sistema proporzionale attraverso il quale è concepita l’intera costruzione, mentre sul retro le piccole finestre dei servizi dialogano con l’asola verticale vetrata del corpo scala curvilineo.
Sui lati corti sporgono violentemente dei balconi su mensole trapezoidali, la cui arditezza strutturale è sottolineata negli articoli sulle riviste specializzate: quando sono ancora in costruzione, le palazzine sono infatti già note agli addetti ai lavori, che celebrano da subito la straordinaria valenza architettonica delle loro innovazioni compositive.
Viale della Vittoria, 34 e 43