Come per gli altri grandi impianti balneari sorti sull’arenile di levante di Ostia (il Plinius e il Rex, quest’ultimo oggi scisso in Le Dune e Tibidabo), lo stabilimento La Pineta viene realizzato sulla base di un bando appositamente predisposto nel gennaio del 1933 dalla R. Capitaneria di Porto, che prevede l’adozione di caratteristiche architettoniche e funzionali di particolare pregio.
Lo stabilimento deve quindi soddisfare le esigenze di una clientela elitaria e, in effetti, fin dall’inizio viene frequentato dai membri dell’aristocrazia romana, che possono godere dell’alta qualità dei suoi servizi, tra i quali eccelle il ristorante, la cui gestione è affidata al personale di uno dei migliori alberghi della capitale.
Progettato dall’ing. Giovanni Sicher e dal noto architetto Virgilio Vallot per conto della Società Elettroferroviaria Italiana, concessionaria del lotto, l’impianto è composto da una costruzione stabile affiancata da due bracci di cabine disposti a semicorte.
Il fabbricato centrale, che i due autori dichiarano essere ispirato “alle più pure linee del novecentismo” italiano, è dominato dalla grande sala ristorante, dotata di ampie vetrate a sud e a ovest, appositamente studiate per consentire la vista del tramonto sul mare.
Le cabine, definite nella relazione che accompagna il progetto “le più lussuose d’Europa”, hanno una caratteristica copertura curvilinea e sono suddivise in più vani (veranda, spogliatoio, doccia).
Di recente il nucleo in muratura dello stabilimento ha subito un intervento di ampliamento che ha fortunatamente alterato solo in parte la sua facies originaria.
Lungomare Lutazio Catulo, 9