Ostia Antica: il Borgo

Ostia Antica, come suggerisce l’etimo, è una cittadina antecedente alla fondazione del Lido di Ostia. Si trova al km 21,500 della via del Mare, a circa 5 chilometri dalla costa.

Da Ostia si può raggiungere Ostia Antica con la linea 04 dell’autobus, oppure (anche da Roma) scendendo all’omonima fermata della ferrovia Roma-Lido. 

I punti più importanti d’attrazione turistica sono il sito archeologico della città romana e il Borgo Rinascimentale, al cui interno si trovano la Rocca, la chiesa di Sant’Aurea e l’Episcopio.

Il borgo – L’aspetto attuale del borgo, costituito da tre file di case a doppia schiera a disposizione scalettata, si deve agli interventi della fine del XV secolo, che consistettero nella costruzione di nuove mura, nel rifacimento della cattedrale di Sant’Aurea e, nell’edificazione della rocca di Giulio II, eseguita tra il  1483 e il 1486. Alcuni elementi della cinta muraria mostrano tuttavia tracce di strutture più antiche, come ad esempio la piccola torre quadrangolare verso via dei Romagnoli, dove un tempo si sviluppava la grande ansa del Tevere: essa conserva ancora tracce della feritoia per la camera ballistaria (camera per le balestre). Si può quindi ipotizzare un forte precedente costituito dalla cinta muraria, con torri angolari, probabilmente quadrate, e una torre più alta con funzioni di avvistamento: caratteristiche tipiche dei recinti fortificati tra IX e XII secolo, che trovano un riscontro nel vicino castello di Porto. Recenti scavi eseguiti proprio nelle vie del borgo hanno confermato la continuità di vita del sito dall’età tardoromana al Rinascimento e oltre.

Giulio II (al secolo Giuliano della Rovere) fece edificare la rocca nel periodo che precedette il suo pontificato (1503-1513), quando era cardinale e vescovo di Ostia. La realizzazione venne avviata nel 1483 e terminò tre anni più tardi. Il Vasari attribuisce l’opera a Giuliano da Sangallo; tuttavia un’epigrafe scoperta nel 1898 sul portale della rocca (“Baccio Pontello fiorentino architecto”) lo smentisce, poiché sembra assegnarla a Baccio Pontelli. Secondo molti studiosi la paternità del progetto va comunque riferita al Sangallo.

Lo scalone interno, di ispirazione bramantesca, è decorato a grottesche e a riquadri figurati a grisaille, attribuiti a Baldassarre Peruzzi, Cesare da Sesto e Michele del Becca. Opere di restauro vennero eseguite da Paolo III (1534-49), forse a causa delle minacce del pirata ottomano Kair-ed-Din: in effetti le iscrizioni del periodo descrivono la rocca in rovina.

Sul lato esterno delle mura del borgo, in piazza Umberto I, si trova una lapide apposta nel 1904 in memoria dei braccianti ravennati, ai quali si deve la bonifica del territorio: è sormontata dal busto di Andrea Costa e sotto di essa è presente anche una stele dedicata nel 1951 a Nullo Baldini, uno dei padri fondatori della cooperativa romagnola.

Fuori dalla cinta muraria del borgo, in piazza Gregoriopoli, c’è la Casa del Popolo. Costruita dagli operai socialisti all’inizio del Novecento, negli anni ‘20 fu requisita dal partito nazionale fascista e trasformata in casa del fascio. Dopo la guerra, acquisita al Demanio dello Stato, la costruzione fu utilizzata come magazzino e poi definitivamente abbandonata. Grazie a un recente restauro ospita oggi un centro anziani.