Il Borghetto dei Pescatori è un piccolo insediamento composto da sei case a due piani che si trova a Ostia levante, vicino alla sponda destra del Canale di Fusano e a poca distanza dal mare.
Da pochi anni divenuto isola pedonale e inserito tra gli itinerari ecoturistici del litorale romano, per la sua amenità e per l’interessante collocazione naturalistica è méta di passeggiate, che si spingono fino alla vicina darsena; è inoltre noto per la presenza di alcuni storici locali di ristorazione che offrono invitanti menù nei quali è previsto soprattutto il pescato locale.
Nella sua piazzetta si svolgono periodicamente mercatini e mostre, ma l’avvenimento più importante, che coinvolge l’intera popolazione del borgo, è senza dubbio la “Sagra della Tellina”: ogni anno, alla fine dell’estate e per una settimana intera questa manifestazione richiama un folto pubblico, composto anche da turisti stranieri, che può godere di una cena informale a base di spaghetti alle telline cucinati negli stands appositamente eretti in loco. La Sagra ha tuttavia anche una connotazione devozionale: in questa occasione la statua di san Nicola, che si trova nella piazzetta, viene portata in processione fino al vicino canale, collocata su una barca da pesca e condotta nelle vicinanze del Pontile della Vittoria, dove viene gettata in acqua una corona di alloro alla quale sono legati due anelli: un pescatore si tuffa per recuperarli, in modo da simboleggiare il matrimonio tra la Vergine e il mare. La statua di san Nicola è il vero e proprio simbolo del Borghetto: proviene dal frontone dell’omonima chiesa barese, dal quale è stata tolta negli anni Venti del Novecento in occasione dei restauri volti a ripristinare l’originario aspetto medievale dell’edificio. Nel 1930, con una solenne cerimonia, è stata trasferita sulla spiaggia di Ostia, vicino alle baracche dei pescatori, e da qui, tre anni più tardi, nel nuovo villaggio.
La storia
La storia del Borghetto è in effetti ricca di vicende e di aneddoti. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo nella zona si stabilisce un piccolo nucleo di poveri pescatori, provenienti soprattutto da Anzio, Monte di Procida, Minturno e Mondragone. Inizialmente la popolazione vive in rudimentali capanne erette utilizzando la vegetazione palustre, la paglia e tavole di legno; queste misere abitazioni sono sostituite intorno agli anni Venti da dieci baracche in legno, appena più decorose e poste sull’arenile a levante del canale dello Stagno. Come attestano i ricordi tramandati oralmente dai più anziani abitatori del Borghetto un fortuito avvenimento avvenuto il 20 settembre 1932 conduce a una svolta fondamentale: quel giorno Benito Mussolini, che naviga sul suo motoscafo all’altezza del villaggio dei pescatori, rimane senza benzina. Viene soccorso da uno degli abitanti, Nicola Schiano Moriello; portato a riva, è colpito dalle disperate condizioni di vita delle famiglie e promette di intervenire affinché queste possano essere alloggiate in una vera e propria casa. Suggerisce pertanto a Schiano di parlare con Margherita Sarfatti, con la quale, come è noto, ha una relazione sentimentale: la famosa scrittrice e critica d’arte frequenta infatti lo stabilimento Roma, dove Schiano, nei mesi estivi, lavora come bagnino. Quando il prolungamento del lungomare Duilio impone lo smantellamento del villaggio, con il conseguente rischio del rimpatrio dei suoi abitanti o, quantomeno, del loro trasferimento a Focene o a Maccarese, Schiano contatta la Sarfatti; la scrittrice informa subito il suo amante, che mantiene la promessa e impone l’immediata costruzione del nuovo borgo.
Le opere sono appaltate all’Impresa Fratelli Giovannetti, che in quel periodo è molto attiva a Roma (tra il 1937 e il 1951, ad esempio, è presente nei cantieri dell’EUR). Anche a Ostia l’Impresa è impegnata in numerosi lavori (tra gli altri, la caserma dei Vigili del Fuoco, lo stabilimento balneare della Lega Navale, la sistemazione del Canale di Fusano con la darsena, la scaforimessa e l’edificio del Genio Civile), e tutte le strutture stabili inserite nell’area della pineta di Castelfusano dopo la sua parziale apertura al pubblico (i servizi igienici, la torre di avvistamento incendi e l’abitazione dell’ispettore del servizio giardini).
La costruzione del Borghetto procede con un’incredibile rapidità e dura soltanto una cinquantina di giorni, anche perché gli operai lavorano senza interruzione sfruttando durante le ore notturne la luce delle lampare delle barche da pesca. Le case vengono consegnate agli assegnatari il 4 aprile del 1933; la chiesa, invece, è realizzata nel 1939.